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La Costituzione del 1978 ha definito la Spagna una monarchia costituzionale, il cui Re è Juan Carlos I, proclamato nel 1975, e dove il potere esecutivo è in mano al Presidente del governo, ruolo attualmente rivestito da Mariano Rajoy del Partito Popolare.  Dopo anni in cui il governo è stato retto dal Partito Popolare (PP) di José María Aznar, (il quale, in seguito agli attacchi terroristici agli Stati Uniti dell'11 Settembre 2001 divenne un alleato fondamentale nel conflitto contro il terrorismo supportando l'intervento in Iraq) il 14 marzo del 2004, ha vinto le elezioni il Partito Socialista dei Lavoratori Spagnoli (PSOE), il cui leader è Zapatero, riconfermato nelle Elezioni del 2008e sconfitto nelle Elezioni del 2011dai popolari di Mariano Rajoy.


Le elezioni parlamentari del 2004 avvennero solo tre giorni dopo il devastante attacco terroristico a Madrid, che vide l'esplosione di quattro treni regionali di Madrid in quattro stazioni differenti. Le esplosioni, avvenute nell'ora di punta poco prima delle 8 del mattino, nelle stazioni di Atocha, El Pozo del Tío Raimundo, Santa Eugenia e in un convoglio nei pressi di via Téllez, provocarono 191 vittime e oltre 2000 feriti. E queste sono solo le cifre ufficiali, che bastarono però a qualificare l'attentato come il primo in Europa per numero di feriti, tra gli attacchi sofferti in tempi di pace. La prima conseguenza di questa tragedia fu lo scatenarsi di un forte contrasto tra Partito Popolare e Partito Socialista dei Lavoratori Spagnoli a proposito di chi ne fosse l'autore, se l'ETA (organizzazione indipendentista basca) o Al-Qaeda. L'attentato venne considerato frutto del terrorismo islamico e alle elezioni, non senza tensioni e manifestazioni vinse il PSOE.


Zapatero, dopo le elezioni, ha garantito la presenza di numerose donne in Parlamento e al Governo, si è distanziato dalla linea politica degli Stati Uniti, ha varato una legge liberale sulla fecondazione assistita ed ha attuato varie misure di riforma della pubblica amministrazione. Il governo ha inoltre provveduto ad aumentare la costruzione di case popolari, ha imposto l'eliminazione dai luoghi pubblici di statue che rappresentassero Franco, ha preso provvedimenti per combattere anoressia e bulimia. Con la riforma del lavoro si sono visti consolidati pari diritti ed opportunità a uomini e donne e sono stati introdotti incentivi per l'assunzione dei giovani. E' stato approvato il diritto al matrimonio per le coppie omosessuali, garantendo sia a loro che alle coppie di fatto di adottare figli, è stata legalizzata la sperimentazione medica della cannabis ed eliminato l'obbligo per gli studenti di ricevere l'insegnamento della religione cattolica insieme a diverse altre riforme spesso criticate, soprattutto dalla Chiesa Cattolica, perché progressiste. 


Infine il Governo di Zapatero ha scelto di accentuare la natura federalista dello stato, garantendo maggiore autonomia alle varie regioni. La Spagna, infatti, è suddivisa in 17 comunità autonome (Andalusia, Aragona, Asturie, Baleari, Canarie, Cantabria, Castiglia-La Mancia, Castiglia-León, Catalogna, Estremadura, Galizia, La Rioja, Madrid (Comunità autonoma, Murcia, Navarra, Province Basche, Comunità Valenciana) e due città autonome (Ceuta e Melilla, in Marocco).


Il caso che ad oggi crea più polemiche riguarda la sempre maggiore autonomia richiesta dalla Catalogna, all'interno della quale sono molto forti le forze nazionaliste che vorrebbero rendersi del tutto indipendenti. Complessa è anche la questione della lingua, che per molti, in particolare appartenenti alle classi alte o provenienti dalle regioni rurali, dovrebbe essere il catalano e non il castigliano, anche se l'alta percentuale di immigrati provenienti da tutta la Spagna e dall'America Latina rende per il momento improbabile l'uso esclusivo del catalano.


Zapatero si è anche impegnato per avviare un dialogo coi separatisti baschi appartenenti all'ETA (organizzazione di lotta armata creata per sostenere l'indipendentismo basco) per evitare altri sanguinosi attentati di cui spesso le vittime sono stati civili innocenti. L'ETA infatti rappresenta una delle questione più spinose per il governo spagnolo, e proprio nel momento in cui sembrava essersi raggiunta una tregua l'organizzazione ha colpito ancora, con un attentato, il 30 dicembre 2006, nell'aeroporto di Barajas. In seguito a tali avvenimenti il Primo Ministro ha sospeso il dialogo di pace con l'ETA richiamando le varie forza politiche ad unirsi in un'azione comune contro la minaccia di questa organizzazione. Leggi Riforme di Zapatero.


La Spagna dopo la rapida e esponenziale crescita economica, lo sviluppo sociale e il cambiamento strutturale, in parte dovuto alla spinta delle liberalizzazioni dei governi Aznar, supportata anche dal governo Zapatero, si trova adesso in un momento delicato. Il turismo e l'edilizia, insieme alla flessibilità del lavoro, sono risultati elementi fondamentali della crescita ed hanno contribuito fortemente alla riduzione della disoccupazione in passato. La crisi economica pesa gravemente oggi.

 

Le elezioni svoltesi in Spagna nel 2008 hanno visto la conferma del premier Zapatero e la sconfitta del candidato popolare. In proposito leggi il nostro speciale "Elezioni spagnole com'è andata". Le elezioni indette nel 2011 hanno visto la vittoria del rappresentante del Partito Popolare Mariano Rajoy da Santiago de Compostela. Come le previsioni annunciavano, a stravincere le elezioni politiche spagnole del 20 novembre 2011  è stato il Partito Popolare (PP). La destra è tornata al potere in Spagna ottenendo una netta maggioranza nella quasi totalità delle province spagnole.  Le elezioni si sono tenute sei mesi prima della scadenza naturale della legislatura, in seguito delle dimissioni del Primo ministro uscente José Luis Rodríguez Zapatero, leader del Partito Socialista Operaio Spagnolo. Successore di Zapatero a capo del Partito socialista è stato eletto Alfredo Rubalcaba.
 


  

 

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