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Abbiamo trattato delle elezioni in Spagna del 2008 in un articolo precedente, tra previsioni e provocazioni. Ma come è andata a finire? Leggiamo di seguito un articolo del 2008, anche se nel novembre 2011, alle elezioni spagnole, hanno trionfato Rajoy e i popolari. Il Partido Popular ha conquistato la maggioranza assoluta dei seggi e il suo miglior risultato di sempre.

 

Anno 2008: "Zapatero continuerà a governare per altri quattro anni. Affluenza alle urne superiore al 75% e vittoria dei socialisti con un buon margine, circa quattro punti, in linea con quanto i sondaggi delle ultime due settimane annunciavano.  Il Partito Popolare arriva al 40% dei voti, in seggi 167 vanno ai socialisti e 155 ai popolari. Il governo socialista, pur non avendo ottenuto la maggioranza assoluta, avrà bisogno del consenso di solamente nove deputati esterni al partito per approvare le leggi. Si accentua il bipolarismo e risultano fortemente ridimensionati i piccoli partiti: tracollo per la sinistra di Izquierda Unida, che con soli tre seggi non potrà formare nessun gruppo parlamentare, male gli indipendentisti catalani di Esquerra Republicana, fanno eccezione i nazionalisti catalani di Convergencia i Uniò, che vedono aumentare da loro presenza in Parlamento di un seggio, da 10 a 11, tiene il Partito Nazionalista Basco.

 

Ricuciti i rapporti con la Chiesa, almeno sembra. A un giorno dalle elezioni difatti il cardinale Varela, neo eletto presidente della Conferenza Episcopale, e aperto oppositore del leader socialista, si congratula con Zapatero, assicurando la "preghiera della Chiesa" a supporto del suo operato. Dal canto suo Zapatero, fallita la strategia della Chiesa spagnola contro di lui, si dimostra aperto al dialogo, affermando alla prima conferenza dopo la vittoria che "bisogna governare con più umiltà e rafforzare la capacità di dialogo" (leggi con la Chiesa e con l'opposizione). Intanto nell'opposizione diverse sono le voci che si sollevano contro il leader del partito popolare, Mariano Rajoy, e diverse le richieste di un rinnovamento ai vertici.

 

Resta il fatto che i popolari hanno comunque guadagnato in voti e numero di seggi ma la strategia dello scontro, pur permettendo di conservare la propria base,  non ha permesso loro di andare al governo. In una battaglia polarizzata, dove è chiaro che la Spagna si muove verso il bipartitismo, i socialisti si affermano e promettono di dialogare con l'opposizione per importanti riforme istituzionali.

L'Europa, l'Italia guardano alla Spagna, all'affermarsi del bipolarismo e alla sconfitta dei partiti piccoli, alla promessa di Zapatero di governare con il dialogo sociale e politico, cercando il consenso, rifuggendo la politica dello scontro. Leggi le riforme di Zapatero.

Zapatero si è dimesso nel 2011, prima della scadenza del suo mandato. I popolari nelle Elezioni Spagnole del 2011 hanno vinto nettamente. Il suo successore al governo è attualmente è Mariano Rajoy.

 

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