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Sei qui Guida delle città della Spagna Santiago de Compostela, Spagna

Informazioni e piccola guida di Santiago de Compostela

Santiago de Compostela è un luogo magico e poetico metà reale e ideale da secoli. Il cammino che porta a questa splendida città della Galizia è intrapreso da migliaia di persone, circa duecentomila ogni anno, durante tutte le stagioni. E viene intrapreso da giovani, adulti, anziani, famiglie, comitive per i più disparati motivi; si, perché arrivare a Santiago non è solo la fine di un percorso religioso.

I vari Caminos de Santiago che attraverso diversi tragitti, più o meno difficili e impervi che percorrono la Penisola Iberica portano a raggiungere questa città delle acque, arroccata su una dolce altura che domina la Galizia sono percorsi, faticosamente, a cavallo, a piedi, in bicicletta, da fedeli, ma anche da atei, da salutisti, da appassionati di trekking e persino da modaioli. Ma ciò che spinge ad intraprendere questa impresa è un bisogno profondo di mettersi alla prova sia fisicamente che mentalmente.

 

Troppo comodo seguire le rotte del pellegrinaggio in auto, molto più arduo è mettersi nell'ottica di uno sforzo quotidiano, quello di infilarsi le scarpe da trekking e camminare, camminare, camminare fino a sera, fino a trovare rifugio in uno dei numerosissimi alberguesde peregrinos disseminati lungo tutto il percorso, per trovare il conforto di un piatto caldo e di un letto per dormire, per ripartire il giorno dopo, stessa scansione del tempo.

Due o tre settimane in cui paesaggi diversi ed affascinanti si susseguono, in cui clima e dislivelli possono non mostrarsi amici, in cui lunghi silenzi mettono alla prova ogni camminatore, ma allo stesso tempo permettono di conoscere un pochino più a fondo se stessi.


Santiago de CompostelaIl cammino diventa così una sorta di terapia, il che non vuole assolutamente dire che chi si mette in viaggio sia malato, ma il principio del walk and talk, camminare e raccontarsi, in silenzio a piccoli passi, per ore, per giorni, per settimane permette di aprire il cuore, di liberare a mente, di far vagare lo spirito leggero, in cui la fatica diventa il leit motif del viaggio, ma non come sofferenza, bensì come mezzo per raggiungere qualcosa di elevato, lavorando senza fretta, di lentezza e suole di scarpe.


E poi finalmente, la meta si fa sempre più vicina, ultimo baluardo prima dell'arrivo alla Città Santa è il Monte do Gozo, una località a pochi chilometri da Santiago, dal quale si possono già vedere le guglie della cattedrale. E poi finalmente Santiago de Compostela, maestosa, immobile, ma allo stesso tempo sempre in movimento, con la sua cattedrale, a cui si accede percorrendo l'Avenida Xoan XXIII, con la sua facciata ricoperta di un vello di muschio sta a dirci che lì è e lì rimarrà per sempre, maestosa ad accogliere chiunque. Le pietre delle sue strade le ruas, che percorrono Santiago in tutti i sensi attraverso il casco antiguo, l'equivalente del centro storico sono battute instancabilmente dai passi stanchi dei peregrinos finalmente giunti alla meta. Le sue numerose prazas sorridono allegramente alle frotte di turisti, con i loro zampilli e giochi d'acqua delle fontane barocche, e i numerosi artisti di strada risollevano dalla stanchezza.


Questa è Santiago, una città alla quale si può giungere dopo un cammino di crescita e conoscenza di sé stessi, che però ha saputo uscire dallo stereotipo di città santa. E infatti, quando il sole scende e tramonta, la città si anima di eventi, di studenti, di lavoratori ansiosi di divertirsi dopo una giornata passata in ufficio, di turisti ansiosi di vivere un po' di movida española, anche se totalmente diversa da quella comunemente nota appartenente al sud della Spagna, Barcellonain primis. Aprono i numerosi locali seminascosti, mimetizzati tra le facciate degli edifici storici, spesso sotterranei, le birrerie, i ristoranti offrono ricchissime tapas ad ogni consumazione, e un meltin pot coloratissimo e multiculturale si riversa per le strade.
Ecco che allora lo spirito e il fisico temprati dal cammino hanno la loro rivincita, entrando in una dimensione che fonde il passato con il presente, la tradizione celtica che rivive in ogni locale, con le mura di pietra viva e mattoni a vista che ospitano centinaia di monetine lasciate dagli avventori allo scopo di allontanare gli spiriti maligni, gli abuelitos che parlano una lingua, il galego, che per i più è semplicemente una parlata simile al portoghese, ma che in realtà cela l'orgoglio di una regione che anela all'indipendenza e alla non omologazione con il resto della Spagna, ma che allo stesso tempo cerca di comprendere ed accettare la ragion di Stato, i suonatori di gaita, una cornamusa il cui suono riecheggia energico ma talvolta nostalgico dagli instancabili suonatori e dagli impianti stereo dei locali.

 

Passato che si fonde col presente e col futuro, visibile dall'intensa presenza di giovani che qui studiano e stranieri che vi lavorano, dalla crescente attenzione di questa città, crocevia di migliaia di persone ogni anno, per l'arte e la modernizzazione, nell'intento, riuscito, di svecchiare la sua immagine e di uscire dal canone della città santa, per offrire un ampio raggio di possibilità e occasioni di ricreazione anche al visitatore più eterogeneo ed esigente. Offerta che si sviluppa con feste della durata variabile, concentrate soprattutto nei periodi di Natale, Pasqua, Pentecoste e in occasione della festa di San Giacomo Apostolo a luglio, ma anche festival di musica antica e non, teatro e cinema, questi ultimi organizzati soprattutto da e per i giovani e per gli studenti.
Insomma, Santiago de Compostela, una città che pulsa con un cuore antico, ma il cui sangue ospitale scorre fino a svelare orizzonti nuovi e moderni, nel quale simbioticamente si fondono sacro e profano in una convivenza pacifica e rispettosa. Santiago de Compostela, città di arrivo e di partenza, incontro di popoli, culture, intenzioni e occasioni.


  

 

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