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Questa che segue è un'intervista a Giulia, Andalusa d'adozione, arrivata con l'Erasmus a Cordoba 7 anni fa e.... Il sole si addormenta dolcemente sopra la mia testa, ma stenta ad andarsene e rimane riflesso nelle acque del Guadalquivir, dal quale mi separano le tonnellate di pietra del Ponte Romano. Dall'epoca d'Augusto impera nel centro di Cordoba, con le sue sedici arcate e racconti infiniti di storie, conquiste e dominazioni. «Un tramonto splendido, più o meno come quello che vediamo ora: ecco il mio primo ricordo di questa città». La voce di Giulia, italiana di nascita, Andalusa d'adozione, mi riporta alla realtà. Arrivata sette anni fa per un progetto Erasmus nella facoltà di lettere, non avrebbe mai immaginato di fermarsi. «All'inizio non sapevo assolutamente nulla di Cordoba. Veramente nulla! Ricordo che il primo giorno, cartina alla mano, cercavo di orientarmi per questa città e il mio obiettivo, ovviamente, era quello di trovare l'Università!»

CordobaE' stata dura trovare l'Università? «No, poi si è rivelato semplicissimo. La facoltà di lettere si trova in centro, dietro la Mezquita… ti sarai accorta di quanto è semplice girare per Cordoba. Da quando sono qui ho dimenticato machina, motorino, persino bicicletta! Qui si passeggia…

Vai sempre in giro a piedi? «Praticamente si. Abito nella zona di S.Basilio, sono comodissima per andare ovunque. Non cambierei la mia posizione per nulla al mondo. Adoro questo quartiere dominato dal bianco e dal profumo di fiori. E' come un paesino, ci conosciamo tutti. Passo le serate alla taverna e le domeniche a bere tè nelle splendide teerie d'influenza araba. Sono tutti così cordiali e simpatici, con una voglia di vivere e un'allegria che quasi non conoscevo prima...»

Hai sentito questo calore fin dall'inizio? «Certamente! Mi sono subito sentita accolta ed aiutata. All'inizio ho avuto qualche problema con la signora da cui affittavo una stanza, e i genitori di un mio amico non hanno esitato a mettersi in mezzo per aiutarmi a risolvere una situazione un po' spiacevole, anche perché all'epoca avevo ancora qualche problema con la lingua…»

E in Università?«Ricordo che sono arrivata alle due del pomeriggio e mi sembrava stranissimo camminare per corridoi quasi vuoti. Quelli stessi corridoi che alle nove di sera si sono riempiti di studenti che uscivano dalle biblioteche. Ho subito realizzato che qui c'è un altro modo di affrontare l'università, almeno diverso da come lo era stato per me a Milano... Innanzitutto è normale che i docenti conoscano gli alunni per nome, e poi sembra che abbiano più tempo a disposizione, tempo per noi, per i colloqui, per seguirci nel corso degli studi…Ho iniziato a vivere la vita da studente a tempo pieno, in aula dalle otto del mattino e poi in biblioteca fino alle nove di sera. Ma non sempre e solo a studiare, ovviamente, ci sono spesso feste di facoltà…»

Voglia di far fiesta? «In un certo senso si. Però vorrei sfatare un mito. Gli spagnoli sono pieni di entusiasmo è vero, ma allo stesso tempo sono molto seri e gran lavoratori. Io percepisco un continuo desiderio di crescita, di voltare definitivamente pagina dalla dittatura franchista, un periodo non solo buio, ma anche lunghissimo. Da quando il regime è terminato, nel 1975, c'è stata una crescita enorme, in tutti i campi, dalla cultura alle infrastrutture… »

Tipo? «Tipo le ferrovie. Tutta l'Andalusia è percorsa da una splendida rete ad alta velocità, che collega le principali città a Madrid, e per quanto riguarda la cultura, tantissimi festival si svolgono ogni anno, come quello de la guitarra nelle prime settimane di Luglio…»

A dire il vero ho sentito di diversi eventi e feste, sia religiose che pagane… «Hai sentito bene, quante ore hai? Ce n'è da raccontare! (ride…) A sfondo religioso c'è la festa commemorativa della Passione di Cristo, durante la Semana Santa, e lo stesso tema ritorna a inizio Maggio, quando la città si riempie di fiori incastonati nelle croci, per le Crucis de Mayo. Anche se in quest'ultima occasione diciamo che il sacro si mischia un po' al profano: per le strade, infatti, ci sono piccoli banchi delle varie associazioni, come quelle universitarie, che offrono da bere… Sempre in primavera c'è il Festival de los patios. Hai visto che qui le case sono quasi tutte strutturate intorno ad un patio? E' dai tempi dei musulmani, anzi ancora prima, dai romani. Per contrastare il caldo ed adattare le abitazioni alle esigenze, le hanno costruite intorno ad un cortile con al centro la fonte. Ed ora, quando i gerani iniziano a sbocciare, tutte le case ne fanno sfoggio, riempiendone patii e balconi, con tanto di primo premio al più bello. Anche in questo caso, girando tra una corte e l'altra può capitare che ti sia offerto un bicchiere di vino… ma se vogliamo rimanere in tema “alcolico”, non si può dimenticare, sempre a Maggio, la grande competizione delle cantine, la Cata del vino Montilla-Moriles, un'altra occasione per provare i prodotti tipici, bere, ballare… »

Mi sembra che davvero potresti andare avanti per ore… «Ti avevo avvisato! Ma sai una cosa? Qui ho imparato che lavorare bene e sodo, non necessariamente significa essere grigi e tristi, e che quando c'è possibilità di fare vacanza, lo si deve fare alla grande… prendi la festa di Nuestra Señora de la Salud, ad esempio, la città si paralizza per celebrare il Santo del paese. Ricordo ancora il primo anno, non avevo idea di quello che organizzano… sono arrivata con i miei compagni in una piazza enorme che per l'occasione si riempie di casitas, in ognuna delle quali c'è una musica diversa, si balla e si beve perdendo la cognizione del tempo. E' bellissimo, liberatorio, divertente… all'ingresso si ha come la sensazione di trovarsi ad un Luna Park: sono arrivata e mi sono trovata davanti tantissime luci colorate disposte a formare una ricostruzione della Mezquita, incredibile!»

Questa Mezquita, continua a tornare… «E' un monumento che io adoro… è il principale di tutto l'occidente islamico, ma io ci sono particolarmente affezionata perché ho passato molti pomeriggi a studiare o leggere immersa nel profumo di fiori d'arancio del suo immenso patio…»

Insomma, possiamo dire che consiglieresti a un italiano di venire a Cordoba? «Decisamente si! Ancora oggi, mentre passeggio per tornare a casa, penso di essere proprio fortunata! Tra il bianco del mio quartiere, il profumo dei fiori… e le cicogne! Ti rendi conto che ci sono le cicogne qui?!? Prima credevo che esistessero solo nei racconti della maestra alle elementari…»

 

Francesca Sebastiani

 

 

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