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Il Califfato di Cordova

 

 

 



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Il Califfato di Cordova  governò sulla penisola iberica e sul Nord Africa dalla città di Cordova, dal 929 al 1031. Questo periodo fu caratterizzato da importanti successi nei commerci e nella cultura: molti dei capolavori della Spagna islamica vennero realizzati in quel tempo e fra essi la Grande Moschea di Cordova. Tutti i califfi di Cordova erano membri della dinastia degli Omayyadi; la stessa dinastia aveva detenuto il titolo di Emiro di Cordova e governato sullo stesso territorio dal 756. Il più illustre sovrano del califfato di Cordova fu Abd al Rahman III (912-961), sotto il regno del quale al-Andalus (la Spagna musulmana, come viene chiamata in arabo), raggiunse il suo apogeo. Fu lui a rivendicare il titolo di Califfo il 16 Gennaio 929, da quello precedente di Emiro. Il sovrano riconquistò i territori di cui si erano impadroniti i cristiani, accrebbe la propria autorità e il proprio prestigio e rese la Spagna il maggior centro intellettuale ed artistico dell'Occidente.

In risposta ai Fatimidi che avevano creato un califfato in Ifriqiya, Abd al-Rahaman III assunse il titolo di califfale di Amir al-mu'minin (Principe dei Credenti) e proclamò Cordova califfato, quindi anche formalmente indipendente dal califfato di Baghdad.

In qualità di califfo divenne giudice supremo e imam incontrastato, ricoprendo, in tal modo, le massime cariche sia in materia giuridica che religiosa.

 

Introdusse altresì un cerimoniale fastoso e complesso, che posero la sua persona nettamente al di sopra dei suoi sudditi, cosicché soltanto i privilegiati venivano ammessi alla sua presenza. Il califfo e l'aristocrazia avevano al loro servizio schiavi di origine europea, che spesso erano prigionieri di guerra catturati dai pirati andalusi o procurati dai mercanti ebrei e cristiani presso Verdun e Venezia, i due più grandi mercati di schiavi dell'epoca nell'Europa occidentale. Tuttavia, gli schiavi, come nel mondo romano, potevano essere affrancati e ricoprire diverse cariche sia nell'amministrazione che nell'esercito.

 

Abd al-Rahaman III intrattenne continue relazioni diplomatiche con gli imperatori di Costantinopoli, che, in tal modo, volle sottolineare la secessione del califfato di Cordova sia da quello centrale di Baghdad, governato dalla dinastia degli Abbasidi, sia da quello dei Fatimidi in Nord Africa. A quella epoca i Bizantini, essendo in contrasto con i Fatimidi e gli Abbasidi, si riavvicinarono agli Ommayyadi di Spagna, che avevano i medesimi avversari.

 

Al-Hakam II (961-976), non ricoprì che il titolo del padre, senza esercitare effettivamente il potere. Alla morte di Abd al-Rahman III, il figlio non potè governare di fatto, a causa della sua giovane età, pertanto il califfato fu guidato da Abu Amir Ibn Abi Amir, un arabo aristocratico, che fu soprannominato al-Mansur, il Vittorioso, l'Almanzor delle fonti cristiane. La storiografia lo descrive come un dittatore che eliminò tutti i propri avversari per assicurarsi il potere esclusivo ed incontestato di al-Andalus. Egli seppe mantenere la pace all'interno del califfato e riorganizzò l'esercito, con cui riuscì a trionfare sull'aristocrazia militare araba. I biografi arabi gli attribuiscono 57 spedizioni vittoriose contro i cristiani, la più famosa delle quali fu quella con cui si assicurò nel 997 Santiago di Compostela, nell'estremo nord della Galizia. Nell'Africa settentrionale, avvantaggiandosi della caduta dei fatimidi, rafforzo il protettorato omayyade sul Marocco e sull'Algeria occidentale, costituti da Abd al-Rahman III.

 

Il X secolo rappresentò la più grande età intellettuale ed artistica della Spagna musulmana. Cordova all'apogeo dello splendore economico e culturale diventò la Baghdad dell'Occidente e spiccò fra le prime grandi città del mondo. Attorno alla corte di Cordova, dove al-Hakam aveva allestito una biblioteca che conteneva circa 400.000 volumi, si rifugiarono numerosi letterati e scienziati che avevano lasciato l'Ifriqiya e l'Oriente. L'influenza della Spagna si diffuse anche al di fuori dei suoi confini, tanto che l'Occidente cristiano conobbe il fiore della civiltà musulmana attraverso la mediazione culturale della Spagna musulmana.

 

Il califfato di Cordova è noto come l'apice della presenza araba nella penisola iberica anche se esso praticamente cessò nel 1010 con la guerra civile (fitna) che iniziò fra i discendenti dell'ultimo califfo legittimo Hisham II ed i successori del suo primo ministro (o hayib) Al-Mansur_Ibn_Abi_Aamir. Il califfato era probabilmente anche esausto per i suoi eccessivi sforzi militari. Dopo il 1031 si frantumò in numerosi staterelli indipendenti detti taifa.


 

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