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Simbolo impareggiabile del Natale spagnolo, è il presepe, qui chiamato  Nacimientos o belen  che  si allestisce  sia a casa che nelle chiese.

Dice un proverbio spagnolo: "Presepe fai, pane mangerai", che simboleggia, il significato profondo che viene dato al presepe.

Dal XIII secolo il presepe infatti è uno degli aspetti più caratteristici delle  celebrazioni spagnole. Secondo una leggenda,  l'usanza è nata in Italia ad opera di Francesco  d'Assisi per rivolgere l'attenzione della gente al racconto evangelico  della nascita di Gesù. Successivamente i monaci francescani la  diffusero in Spagna e in molti altri paesi.

 

In molte città spagnole si allestisce un presepe vivente, che include la visita dei pastori a Betlemme e in seguito  quella dei Re Magi. Le capanne sono spesso molto grandi e naturalmente i Re Magi sono protagonisti. Molte famiglie preparano una piccola  rappresentazione con la mangiatoia in cui fu posto Gesù e statuine in terracotta dei pastori e dei Re Magi, oltre che di Giuseppe, Maria e Gesù. Durante il periodo natalizio, nelle vicinanze dei municipi e nelle piazze, sono  spesso allestiti presepi più imponenti con figure quasi a grandezza naturale. Si organizzano anche gare, per premiare il presepe più bello.

 

 

Tradizionale anche, l'usanza dei ragazzi che girano di casa in casa con il presepio installato in una cassa, che poi scoprono, intonando le loro filastrocche, per ricevere in cambio doni e dolciumi.

 

La cultura del presepe, è radicata in ogni regione della Spagna, specialmente nei villaggi dell'Andalusia, dove, venivano fatti dei presepi viventi che servivano ad aiutare le famiglie povere attraverso delle  donazioni o regalando loro cibo e coperte.

La prima associazione di appassionati del presepio fu fondata proprio in Spagna, intorno al 1860.

Le figure, interamente modellate in creta, di Ramon Amadeu, il più grande scultore del suo tempo, fecero scuola e influenzarono tutta l'arte presepiale posteriore. Celebri anche i presepi lasciateci da Francisco Salzillo. Il più famoso di questi è forse il presepe " Salzillo" che si può ammirare nel museo di Murcia, ed é composto da ben 556 statuine.

 

In Catalogna, la consuetudine del presepe, nacque grazie agli scambi intercorsi durante la dominazione borbonica tra Napoli e la Spagna.

Prima di allora il presepe era stato limitato a grandi composizioni plastiche nelle Chiese. Successivamente, nel 1921, sorse a BarcellonaL'Asociaçion de Pesebristas, dalla quale ne sono derivate numerose altre, diffuse in tutto il paese.
Abili costruttori, diedero vita alla cosiddetta "scuola del gesso catalana", che ha creato autentici capolavori, rivoluzionando il classico stile del presepio di carta e sughero e specializzandosi nella costruzione del presepio definito "storico",  cioè quello che punta a riprodurre, con la maggiore fedeltà possibile, il paesaggio, l'ambiente e i costumi della Palestina dei tempi di Gesù.

 

Madrid è legata alla tradizione del presepe che risale al 1570, quando Filippo II, in visita a Trapani, ne ricevette in dono uno molto prezioso realizzato in corallo, argento e smalto (attualmente custodito nel Convento delle Descalzas Reales), quindi, ancora oggi, non c'è parrocchia che non ne abbia uno, così come le principali piazze della città.


La tradizione spagnola del Natale risente di moltissime suggestioni folcloristiche e di usanze secolari, che si differenziano da zona a zona, con particolarità specifiche e curiosità.

Nota, la figura del caganer,  una caratteristica statuina folkloristica raffigurante una persona intenta a defecare.  Tipica del costume locale spagnolo, viene posta nei presepi allestiti nella regione della Catalogna e in località nella Comunità Valenciana oltre che nella vicina Andorra.

Talvolta viene posizionata anche nei presepi delle isole Canarie, o nell'isola della Palma.

In lingua catalana è conosciuta anche con i nomi di l'home que caga o l'home que fa les seves necessitats.

La tradizione ne fa risalire la creazione al XVII e XVIII secolo, ovvero nel pieno dell'epoca del barocco.

Originariamente, il caganer raffigurava un abitante della campagna vestito con il costume tradizionale catalano, completo di cintura e berrettina rossa.

Anche se non se ne conosce il significato originale, andato perduto nel tempo, si ritiene che la simbologia della figura possa essere ricondotta alla fertilità della terra,  come segno di buon auspicio per l'anno a venire.

Un altro significato attribuito al caganer, è quello dell'uguaglianza fra le persone, la cui funzione del defecare è identica al di là dell'appartenenza etnica, dello status sociale e del genere sessuale.

Non a caso l'ambientazione è quella del presepe, uno dei maggiori simboli della cristianità e della nascita di Cristo.

Infine, c'è da dire, che molti catalani trovano questa figurina assai divertente.

Il suo utilizzo, secondo la tradizione più antica, è fonte di fortuna ed allegria mentre il non collocarlo all'interno di un presepe può essere causa di sfortuna.

Dagli anni quaranta in poi lo stile del caganer ha iniziato a rinnovarsi, accanto al tradizionale paesano intento a defecare, hanno fatto la loro comparsa sui banchi dei mercatini di Natale spagnoli figurine caganer con le sembianze di celebrità, addirittura personaggi celebri come Zapatero, il Papa ecc…

Oggigiorno, questa singolare statuina è stata attualizzata e resa contemporanea spesso con l'attribuzione delle sembianze di personaggi popolari del mondo della politica e dello sport, ma anche con figure caratteristiche della storia e della società contemporanea.

I caganer, sono nel frattempo diventati dei fenomeni degni di essere esposti in mostre pittoriche, scultoriche e fotografiche.

E'ovviamente una figura spiritosa, umoristica apprezzata particolarmente dai bambini che sembrerebbe, a prima vista, stonare con l'ambientazione sacra della Natività di Gesù Cristo. In realtà questa figura, non ha affatto tono offensivo, ma per rispetto della sacralità e del simbolo della rappresentazione del presepe, esso viene posto in un luogo poco visibile, rispetto alla mangiatoia.

Curiosamente, il caganer non è il solo personaggio della cultura di Spagna collegabile al Natale di cui vengono raffigurate le funzioni corporali.

In Catalogna, si usa ricevere i regali il 25 dicembre ma a portarli non è “Babbo Natale” bensì il cosiddetto "tio " (zio).

 

L''usanza del Tió, sarebbe un tronco di legno che viene coperto con uno scialle e ricoperto di biscotti, in modo che possa trasformare il cibo in regali.

I bambini nella notte del 24 dicembre, colpiscono il tronco con un bastone invitandolo con una canzoncina a espellere i doni "fer cagar el tió" che miracolosamente appariranno sotto la coperta.

L'augurio che, nella cultura catalana, ci si usa scambiare prima di passare a tavola è un esplicito «Menja bé, caga fort!» che, di sicuro, non necessita di traduzione.

A Barcellona, il 6 gennaio, i re magi, fanno un arrivo grandioso, con quella che si chiama la  cavalcata de los reyes, molto caratteristica, perché la cavalcata, parte dal porto, fino ad arrivare al Parco de la Ciutadella. In quel giorno  sfilano carri bellissimi con i re magi sopra che distribuiscono caramelle tirandole giù dal carro; tutti  aspettano il  corteo e lo seguono raccogliendo dietro il loro passaggio caramelle di ogni tipo.

 

Nei paesi baschi, più precisamente a Pamplona, è importante la figura del Olentzero, ovvero un Babbo Natale, che ha le sembianze di un carbonaio bonaccione, appassionato di cibo e vino. Realmente, questa figura, si riferisce al solstizio d'inverno, in seguito associata al Natale.

Comunque sia, la tradizione del Olentzero, persiste ancora in questa zona.

 

A Valencia, il Natale, è abbastanza simile alle altre località, le strade principali e i negozi si illuminano e vengono addobbate, queste illuminazioni, di solito perdurano fino a marzo, quando a Valencia si svolge la festa locale. Nella plaza de l'Ayuntamento, si colloca un Nacimiento e molta gente affolla le vie principali per il rito dello shopping natalizio.

 

A Malaga grazie al clima mite, vengono allestiti quasi tutti presepi all'aperto, molto pittoreschi e caratteristici e non è raro vedere molta gente che affolla le vie e si perde tra questi presepi imponenti e colorati.

 

Chiara Lanari

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