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Guerra di Spagna

La guerra civile spagnola inizia il 18 luglio 1936 e si conclude alla fine del marzo 1939. Politicamente la guerra di Spagna può ritenersi conseguenza della decadenza politica, economica e sociale che la Spagna stava attraversando ormai da secoli. Il ritardo nell'avanzare della rivoluzione industriale (dovuto alla carenza di capitali ed alla pigrizia dei possidenti), la povertà del suolo, il potere della chiesa, l'influenza della potente classe militare, i fermenti regionalistici, l'insoddisfazione e la mancata rappresentazione politica del proletariato, possono considerarsi i fattori scatenanti.

 

Dopo la prima Guerra Mondiale la Spagna è pervasa da una serie di crisi successive. I cambiamenti di governo diventano la normalità. La dittatura del generale Miguel Primo de Riveradura dal 1923 al 1930. Segue un governo repubblicano e dal 1933 prende il potere la destra cattolica e sempre nello stesso anno, viene fondata da José Antonio Primo de Rivera, figlio dell'ex-dittatore, la Falange, partito di ideologia fascista. I partiti di sinistra a loro volta costituiscono il Fronte Popolare che con le elezioni del febbraio 1936, ottiene la maggioranza assoluta in parlamento.

 

Il governo irrigidisce la sua posizione verso l'opposizione, gli scontri si moltiplicano, coinvolgendo anche gli ecclesiastici e il 13 luglio viene assassinato il capo del partito monarchico. Nell'esercito qualcosa sta accadendo: la preparazione di un colpo di stato che porterà  alla presa di potere del generale Sanjurio, esiliato in Portogallo. Anima dell'insurrezione militare è Emilio Mola, appoggiato da gli industriali, da parte dei monarchici, dai cattolici tradizionalistied anche dai falangisti. La guerra scoppia il 7 luglio 1936.  

La rivolta inizia in Marocco, colonia spagnola. Il 18 luglio, Francisco Franco assume il controllo delle truppe d'Africa e il generale Queipo de Llano prende possesso di Siviglia, cadono anche Granadae Cordoba. In  Navarra ed anche in città importanti come Vigo, La Coruna, Oviedo, Burgos, Valladolid, Salamanca, Pamplona, Saragozza le milizie operaie cedono. Il governo aveva inutilmente ordinato alle navi da guerra (la flotta era rimasta fedele in quanto gli equipaggi avevano sopraffatto gli ufficiali che volevano aderire alla rivolta) di presidiare lo stretto di Gibilterra, così da contenere la ribellione in Marocco e nelle Canarie. Josè Giral, nominato primo ministro, ordina di distribuire le armi al popolo, fatto che a Madridconsente ai lealisti di stroncare la rivolta. Pablo Neruda canta l'epica vittoria delle forze popolari. Anche a Barcellonai ribelli sono bloccati dai lavoratori, in prevalenza anarchici, e dalla Guardia Civil, rimasta fedele al governo.  

Il generale Sanjurio, che avrebbe dovuto guidare la Spagna dopo la rivolta, muore in un incidente aereo mentre torna dall'esilio. L'ascesa di Franco è inevitabile.  Toledo con il palazzo reale dell'Alcazar, trasformato in scuola di fanteria, diviene il rifugio di alcuni nazionalisti che sono assediati dai repubblicani. I nazionalisti resistono e Franco, capendo l'importanza simbolica della città, ordina la loro liberazione.  Il 3 settembre, Giral, si dimette. Largo Caballero viene chiamato a formare il nuovo governo.  Sia Franco che i repubblicani cercano aiuto all'estero per sostenere la loro causa. Franco spera nel sostegno dell'Inghilterra. Londra opta per il non intervento e spera che anche Parigi faccia lo stesso. La Francia riuscirà, in realtà, a spedire armi ed apparecchi al Fronte Popolare sotto la copertura di altri Paesi come il Messico.

Mussolini FrancoMussolini, che teme un'intesa Madrid-Parigi capace di turbare gli equilibri nel Mediterraneo, decide di intervenire a favore dei rivoltosi permettendo, grazie ai velivoli forniti, di far sbarcare centinaia di uomini dal Marocco nella Spagna. Per iniziativa francese, viene firmato da tutti le nazioni un patto di non-ingerenza nel conflitto. Il patto è fasullo. Italia e Germania sostengono la rivolta, la prima soprattutto con l'invio di volontari, la seconda con un centinaio di aerei, mezzi corazzati e uomini. Hitler è prudente, il suo sostegno limitato, i suoi ufficiali sono contrari all'intervento e ciò che preme al Furher è che la guerra spagnola catalizzi l'attenzione mondiale in modo da avere maggiore libertà d'azione. L'Italia e la Germania riconoscono il governo di Franco come quello legittimo in Spagna. Gli U.S.A. di Roosevelt si mantengono neutrali. La speranza d'Inghilterra e Francia è comunque quella che il conflitto non diventi mondiale e tentano, almeno apparentemente, di restarne al di fuori.

Il 22 ottobre 1936, con i franchisti ormai ad un passo dalla capitale, Caballero autorizza la formazione delle “brigate internazionali”.  In tutto il mondo, i partiti comunisti e i sindacati si attivano per reclutare volontari. La prima unità, detta “11° Brigata mista internazionale” viene inviata a Madrid. Ne fanno parte i più svariati soggetti: operai, avventurieri,  studenti, anarchici, socialisti, liberali, comunisti.Terrore a Madrid quando i militanti del Fronte Popolare decidono di scovare i franchisti rimasti in città costringendo centinaia di persone a comparire davanti ai tribunali popolari dalla condanna facile. L'aviazione italo-tedesca comincia a bombardare anche obbiettivi non militari a Madrid e dintorni, tra i civili regna il panico e la confusione. Largo Caballero e il governo abbandonano la città per rifugiarsi a Valencia ed incaricano il generale Miaja di formare una “giunta di difesa” per garantire una lotta ad oltranza. I politici che la formano dimostrano una disciplina senza riserve. La radio repubblicana invita gli abitanti alle barricate. Si combatte con una ferocia inaudita e le gesta eroiche sono numerose da entrambe le parti. Le mura degli edifici sono presto sporche di sangue e crivellate di colpi. La notte si porta soccorso ai feriti. Il cibo scarseggia per tutti. Grande importanza avranno anche le donne che aiuteranno a costruire le trincee, a portare i viveri ai combattenti e a spronarli. Il primo anno di guerra vede i repubblicani perdenti ma soprattutto fa comprendere come nessuno dei due contendenti abbia la forza necessaria per aver ragione dell'altro. I nazionalisti ricevono rinforzi di materiale, di armi e di truppe dalla Germania e dall'Italia. Franco, inoltre, concede riposo alle truppe più provate sostituendole con reggimenti freschi. Nelle zone sotto il controllo repubblicano, la giustizia è ormai amministrata da tribunali popolari ed il governo è poco più di una facciata. Nel Governo si fronteggiano comunisti, centristi, anarchici, socialisti, sindacalisti, autonomisti ecc. La Repubblica manca di veri repubblicani. Inizia la rivoluzione contadina col massacro dei grandi proprietari, il sequestro degli immobili, la cancellazione dei debiti e dei titoli di proprietà e la nazionalizzazione delle imprese. Il disordine è generale e l'industria nazionale è a pezzi. Sull'altro fronte la dittatura imposta da Franco non è approvata da tutti. Inoltre, Franco deve ancora formare un partito unico che sia il suo appoggio, sui modelli tedesco e italiano. A facilitargli il compito, ci pensa suo cognato Ramon Serrano Suner che con un decreto unilaterale stabilisce la fusione tra i carlisti monarchici e i falangisti. Franco sopprime le elezioni, il diritto di sciopero e dichiara fuori legge i sindacati e gli oppositori e restaura l'antica potenza ecclesiastica. La vita dei civili è, comunque, sicuramente più facile perché i nazionalisti controllano la maggior parte delle risorse agricole spagnole. Nel frattempo, altri quarantamila italiani sbarcano in Spagna nella primavera del 1937.  Franco aveva previsto la caduta di Madrid nel giro di qualche giorno ed invece la capitale resiste ancora. Nella primavera del 1937 i maggiori centri industriali del Paese sono ancora sotto il controllo repubblicano. Franco, influenzato dai tedeschi che si erano assicurati la compartecipazione nell'industria delle Asturie e delle province basche, decide di attaccare nel nord della penisola.  La “legione condor” tedesca bombarda obiettivi civili provocando l'indignazione della popolazione basca. I baschi non riescono a resistere all'artiglieria e all'aviazione e le loro posizioni cadono una dopo l'altra. Il 26 aprile avviene uno degli episodi più celebri della guerra di Spagna, il bombardamento di Guernica, celebre in quanto rappresentato da Pablo Picasso. Le strade di Guernica, cittadina considerata santa e focolare della libertà dai baschi, sono affollate di civili massacrati dalle mitragliatrici e dalle bombe. C irca 2 000 sono i morti. L'opinione pubblica internazionale si schiera in gran parte a favore della causa basca.Lotte intestine nei repubblicani tra anarchici e comunisti e crisi di governo a Valencia.

 

Bilbaocade, anche a causa del tradimento del capitano Goicoechea, grazie al quale i franchisti conoscono la pianta delle fortificazioni costruite dai baschi. Santander cade subendo una sanguinosa repressione. Nel nord, solo le Asturie restano sotto il controllo repubblicano. Cade anche Gijòn, ultima città repubblicana nel nord e importante porto.

Madrid e la Catalogna sono ancora repubblicane ma il governo non è compatto e Negrin deve lottare contro le ingerenze sovietiche. Franco dal canto suo deve  resistere alle ambizioni economiche della Germania. All'inizio del 1938, l'intensificarsi degli aiuti militari da parte di Italia e Germania fa la differenza.  La guerra di Spagna volge al fine: i franchisti hanno ricevuto materiale nuovo e uomini, sono pronti per l'ultimo assalto. Nasce il primo governo di Franco, volutamente debole per aprire la strada alla dittatura personale del generale. Negrin crede che un conflitto mondiale sia imminente e comprende che solo con l'intervento e l'impegno delle potenze straniere la Repubblica potrà dirsi salva.  La maggior parte delle potenze però pare volersi ritirare. Gli inglesi continuano a predicare il non intervento, i russi appaiono pessimisti e concentrati sulla difesa del territorio contro i nazisti, Hitler pare disinteressarsi alla Spagna. Le potenze internazionali si accordano sul ritiro dei volontari impegnati in Spagna.

Governo NegrinLa battaglia del fiume Ebro rappresenta un colpo irreparabile per la repubblica. I volontari delle Brigate internazionali cominciano a lasciare il Paese il 15 novembre, dopo esser sfilati per le strade delle principali città. Al loro passaggio, la gente li acclama, piange e lancia fiori. Questi volontari vanno incontro al loro destino: per alcuni, ad esempio italiani e tedeschi, ci sarà l'esilio; per altri, come gli inglesi, ci saranno grandi accoglienze e festeggiamenti. Anche le notizie che arrivano a Barcellona sono inquietanti e il governo lancia disperati appelli d'aiuto. Il 24 gennaio 1939, il governo Negrin si trasferisce a Girona. Barcellona viene continuamente bombardata, i trasporti non esistono più, le fabbriche chiudono e i soldati cercano una via di scampo verso la Francia. L'esercito governativo del nord si ritira, attraverso sentieri di montagna, verso la frontiera francese lottando con il freddo invernale e con la fame. Una vera onda umana, sotto l'avanzata nazionalista, coglie di sorpresa il governo francese. La frontiera si apre a 60 000 civili e 10 000 feriti e successivamente anche a 100.000 soldati che consegnano le armi alle autorità francesi.

Negrin, che ormai ha capito di andar incontro alla disfatta, propone a Franco la pace, ma Franco vuole la resa senza condizioni. Londra e Parigi riconoscono il governo di Burgos dopo aver ottenuto garanzie sulla neutralità spagnola in caso di conflitto mondiale. Nel frattempo a Madrid muoiono di fame 400-500 persone alla settimana. Manca tutto viveri, medicinali, vestiti. Scoppia il “complotto” del colonnello Casado, capo dell'esercito del centro che prende contatti con Londra per ottenere che i repubblicani possano fuggire con le navi inglesi senza spargimento di sangue. Naturalmente, un progetto simile è realizzabile solo con l'eliminazione dei comunisti. Casado chiede di cercare una pace a Negrin, il quale è invece favorevole alla resistenza a qualsiasi prezzo essendo ancora convinto che l'imminente conflitto generalizzato ribalterà la situazione. Negrin fa precipitare le cose dando i pieni poteri militari ai comunisti. Casado passa all'azione. Con i dirigenti dei partiti non comunisti, egli costituisce un comitato di difesa presieduto dal generale Miaja. Il presidente repubblicano prende l'aereo per un esilio definitivo in Francia, seguito da tutti i deputati comunisti. Casado e il suo comitato si mettono al lavoro per cercare di ottenere la pace per la Spagna. Si organizza l'evacuazione del maggior numero possibile di combattenti. Inizia l'esodo verso i maggiori porti mediterranei dove, però, le navi non sono sufficienti ad accogliere tutti. Casado e Miaja partono per l'esilio. I franchisti cominciano l'avanzata senza incontrare alcun resistenza da parte dei repubblicani.


A Valencia, coloro che sanno di essere condannati dal regime che sta per essere instaurato fuggono verso il porto senza trovare le navi promesse dall'Inghilterra. L'unico Paese che apre le frontiere ai profughi spagnoli è il Messico, che difficilmente è raggiungibile. Ovunque le truppe franchiste fanno migliaia di prigionieri e comincia il grande “regolamento dei conti”. La popolazione capisce la gravità della situazione e fa di tutto per mostrarsi favorevole ai nuovi padroni. Anche sulla capitale si abbatte la repressione: gli ufficiali comunisti o più semplicemente repubblicani vengono immediatamente fucilati e chiunque abbia anche solo manifestato simpatia per la Repubblica è giustiziato o condannato a pene gravissime. Le nuove autorità ricevono ogni giorno migliaia di denunce ciascuna delle quali viene minuziosamente esaminata. Alla fine la conta dei morti è tragica: un milione di morti, senza parlare dei feriti, dei mutilati e dei 340 000 esiliati.

E che fine hanno fatto i protagonista della Guerra Civile?  Il presidente della Repubblica, Manuel Azana, è morto in Francia nel 1940. Nel 1956, muore in Messico Juan Negrin. Il generale Miaja è morto a New York, mentre Largo Caballero è deceduto nel 1946 a Parigi, dopo esser stato rinchiuso nei campi di concentramento nazisti. Da parte nazionalista, i generali sono stati ampiamente ricompensati ma presto messi da parte. Nell'amarezza di questa fine, è morto Queipo de Llano che ha avuto come unica ricompensa l'intitolazione di qualche strada e di qualche piazza. La ricostruzione della Spagna di Franco si blocca di fronte al dilagare della seconda Guerra Mondiale. Inizia un periodo di privazioni per il paese e per fortuna il Generale evita di schierarsi a fianco delle forze dell'Asse.  
 

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